La cazzoeula è una medicina
(traduzione di Angelo Manzoni)
Ho qualcosa che si muove dentro,
che mi punge e mi pizzica,
fra un brontolio e il mal di ventre.
Respirare è una fatica
e non riesco a stare in piedi
se non mi appoggio dietro.
“Troppa carne, troppi grassi,
la pancia sta per scoppiare!
Qui bisogna limitarsi
- il medico mi dice – “Latte e brodo”, caro lei,
“Latte e brodo” per riprendersi!”
“Me lo dice soavemente.
Giallo e pallido com’è lui...
Ma davvero sono così grave?
Non devo proprio mangiar più?
A guardarmi nello specchio
non mi pare d’essere vecchio.
Sì, ho l’aria un po’ sbattuta
ma gli occhi non sono gialli.
È arrivata la mia ora?
Voglio farmi un bel piatto caldo
come ultimo desiderio...
Poi a dieta ma sul serio!
Guarda un po’, acciderba,
ho dentro la ghiacciaia
costine, piedino, verzini,
cotenne fresche tagliate ieri sera.
Sul balcone la moscaiola
con le verdure per la cazzoeula.
Cipolline da soffriggere
con il lauro e il burro,
tagliate sottili, ben rimestate.
Poi aggiungere, senza problemi,
il piedino e le cotenne,
coperte d’acqua, in guazzetto
lascia cuocere lentamente...
Quando l’acqua è asciugata:
costine tutte assieme
poi sopra una manciata
di carote a pezzetti...
sale e pepe, “a piacimento”.
Copri e lascia cuocere lentamente.
Verzini e verze si mettono assieme,
morbida come bambagia,
se la verza ha preso
il gelo nell’orto
dopo il giorno dei morti.
I verzini devono essere bucati
con un ago nella pelle,
perché così non si lacerano.
Adesso sì che viene il bello:
lascia cuocere a fuoco alto
sino a farla diventare appiccicaticcia.
La cazzoeula è proprio fatta
per intingere con la polenta
ma perché sia apprezzata
non deve essere troppo brodosa!
Sento in bocca un’acquolina,
mi brontola la pancia:
ho provato un tale spavento
che, se la mangio... io guarisco!