San Rocco nel bosco
Domani ci saranno i fuochi
nelle capanne
sui monti,
sull'aia delle cascine,
sulla porta delle grotte,
nel cuore degli amanti,
nelle gambe delle ragazze.
Domani.
Domani finisce l'estate
e passa l'acqua chiara,
quell'acqua di ghiacciaio.
L'Oratorio dei Moreti
chiacchiera
nella Valle.
Con le sue quattro campane
gli risponde dalla Costa
«San Giovanni»
e più da vicino
«San Martino...
San Martino...»
Che vita lunga eterna
star lì ad aspettare l'inverno
seduto sulla panca
fuori dall'uscio
e guardare
laggiù....
tutte quelle croci
quei lumini...
«San Martino
San Martino...»
Si sveglia nell'ombra
sonnolento
lontano
«San Cassiano...»
Non mi seccate
tanto, San Rocco è domani!
Domani è la gran giornata
la notte del gran caldo...
Anche noi vecchi storpi
soffochiamo, sacramento!
Scricchiola nel cartoccio
la pannocchia del granoturco.
Sui poggi, nei prati,
si canta a squarciagola.
E curvano la schiena
e s'arrampicano le donne
per riempire il gerlo...
E volano le falci fienaie
fin sopra l'Alpe del Merlo.
Ma neppure un alito
d'aria solatìa al Passo.
La pietraia del Sasso
fuma rabbiosa
bianca e lucente.
E su...Li vedi? Sopra...
(non ci vedo proprio più)
Sopra la cresta, in cima...
come nei tempi andati...
al sommo del Passo. In Svizzera
gli uomini che emigrano
per tutta una stagione...
in capo al mondo...
Tornano
mordendo pane raffermo
sotto il Solleone
incontro alle donne, ai figli,
ai vecchi coi gatti in grembo,
instupiditi.
San Rocco...
San Rocco nel Bosco
San Rocco della Montagna
San Rocco col suo cane
San Rocco con la canestra
che porta la rugiada
San Rocco, poi l'acquazzone!
(Giù acqua a secchi!)
Ora pro nobis
C'è la Messa, domani!
La Violante e l'Orsina
si
fanno il segno di croce, e ridono a crepapelle...
Stanotte
soffocheranno ancora...
MEA CULPA MEA CULPA
MEA MAXIMA CULPA
IDEO PRECOR
E curvano la schiena
per riempire la gerla.
Cantano a squarciagola:
«Oh Violantina...
la sègala è bionda
rossa e fina...»
Giù in basso vien la notte
pian pianino.
«San Giovanni...»
«Sa Martino....»
Ma lassù
quella macchia
sul prato...
Là è il Bosco dorato dal sole
dove si scalda San Rocco
che va a spasso col suo cane
(e sotto braccio il bordone).
Cosa cerca? cosa vuole?
Parla a un uccello
sul ramo
che gli cinguetta svogliato...
Fa un segno a un corvo,
a un larice, a un cerro..
Poi si chiude dentro
la Chiesa.
E chissà che farà?
Forse nulla.
O combatte con la Strega
come al tempo dei Luterani
(alle tregende del plenilunio
sotto agli alberi di castagno
sotto i roveri, sotto i faggi?)
Cosa fa, se non fa niente?
Se è la strega che comanda
se lei incendia questo Bosco,
se accende questi fuochi
nel cuore degli amanti,
nelle gambe delle ragazze?
E tu, dunque?
Guardi
seduto sulla panca.
Sogni
magari...
quell'odore di erica
quel muschio nell' ombra
che cuscin...che lenzuola...
il crepitio di quelle foglie...
(«Ma non è nulla, non è nulla!»)
E l'Orsina fra le braccia
coi capelli scomposti,
coi ricci di castagna
che le pungono il sedere.
O San Rocco, ti scongiuro
fammi un segno con la mano.
Gira al largo col tuo cane.
Domani faranno i fuochi.
DOMANI.
Domani finisce l'estate
e passa l'acqua chiara
quell'acqua di ghiacciaio.
Giù nella Valle
chiacchera
l'Oratorio dei Morti.