Testo originale | Traduzione | |
18-22 Marzo 1848
...L'è staa de quel moment
...Qui ludri de Croatt,
...Ma i pover Milanes
...I donn han faa miracol E vosagh adree succ! ai s'cioppettad
In quel tarlescament (segue) |
18–22 Marzo 1848
...Ẻ stato da quel momento Ch’è cominciata una guerra disperata Di un popolo disarmato contro un’armata: Roba da far spavento! I fucili contro i bastoni, I sassi contro i cannoni, E una cittadinanza abituata A tutte le comodità, Ed a soddisfare ogni appetito, Tenera e pacifica di cuore, Che tutta insieme insorge all'improvviso A far quel che Dio vuole. Fieri come leoni, Svelti come leprotti, E senza distinzione Fra umili, ricchi o nobili…
… Quegli avidi Croati, Così neri e brutti! Immagino assomiglino ad un corvo Perché son proprio uccellacci del malaugurio. Quando incontravano gente Che mostrava loro i denti Queste carogne tremavano e scappavano Come i bambini che tremano per le streghe, E prigionieri piangevano, supplicavano: Ma in luoghi isolati, Con i vecchi, con le donne, con i ragazzi Ne hanno fatte a sufficienza. Ne hanno inchiodati parecchi contro i muri, Hanno cosparsi di acqua ragia, e poi bruciati, Parecchi bimbi in fasce Li hanno esibiti sulla baionetta; E ad uno di questi Anticristi hanno persino trovato Nella giberna due mani delicate Con gli anelli sulle dita… oh, caro Signore! Sono figli di Pio Nono anch'essi? No! Cancellate il battesimo a quei mostri Che hanno nelle viscere la maledizione, Che non c’entrano niente con il Padre nostro Le tigri, i leoni, I lupi rabbiosi di fame e idrofobia Al loro confronto sono fiori di cortesia.
… Ma i poveri Milanesi Nel loro trionfo, quanta bontà! Hanno reso bene per male: Naturalmente, se hanno liberato il paese, Hanno dovuto ucciderne nè troppi nè pochi; Ma quando i fantaccini (patatucchi) Capitavano vivi nelle loro mani, Erano trattati fin troppo da cristiani.
… Le donne hanno fatto miracoli Di forza, di virtù, di intelligenza: Non lacrime, nè chiacchiere, Erano il balsamo della provvidenza: Loro a colar piombo, loro a medicar ferite, Loro a far coraggio a tutti E sorridere, pur col cuore a pezzi. Loro a far bende e legacci, E persino ad usare il fucile come fosse un ago E a mandare al Creatore un sacco di crucchi E i ragazzi? (I Martinitt) Di colpo sono maturati, Contenti e ansiosi di essere utili, E di rischiare la pelle in ogni occasione. Loro su e giù per le strade A distribuire avvisi, E in cima alle barricate Ad avvertire che arrivavano i nemici, E a gridare "succ" alle fucilate Come fanno il sabato grasso con le maschere senza confetti…
In quel frastuono Di campane a martello Che provenivano da ogni chiesa! E quelle voci che giungevano da lontano Portate da luogo a luogo per le contrade Ad annunciare i peggiori pericoli per Milano: - A Porta Tosa! – A Porta Ticinese! – Fuoco al tal dazio! – All’erta alle barricate! – E quel trovarsi insieme Gente che non s’è mai vista nè conosciuta, Senza sospetto ne timore, Ed essere i benvenuti, E sentirsi tutti fratelli e tutte sorelle.
(segue) |
Commento
Le 5 Giornate di Milano: 1000 poliziotti, tre brigate di fanteria, sei squadroni di cavalleria, sei batterie, quasi 14000 uomini con 40 cannoni oltre a 5000 uomini di rinforzi, furono costretti a ritirarsi dalla reazione dei Milanesi (che ebbero circa 550 caduti, di cui circa 150 donne) che provocò l'ordine dell'Imperatore Francesco Giuseppe, di ritirarsi dalla città. Radetzky, fedele servo dell'Imperatore, rinunciava alla strage e al saccheggio e si ritirava davanti a Carlo Cattaneo che guidava i moti di Milano.
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