Un
milanesone
dedicata a "Ricciolino
(al Bar del Circolo Ambrosiano "Meneghin e Cecca")
Due
occhietti come due puntine
pare
vogliano bucarmi…
già,
ma intanto i miei occhi
si
illuminano sopra i suoi…
mi
chiedo: è il caso
di
chiamarlo “ricciolino”? Ma taccio…
«Scusi,
desidera» E’ un raggio!
Il
suo modo di parlare
è
diverso da quello dei milanesi
anche
se, beninteso, quanto a garbo
non
c’è nulla da dire, è genuino e cortese.
Dietro
il suo bancone
attende
che termini il mio pensiero
-
prende fiato…
Nell’aria
un profumo di buon caffè
-
tin, tin…
sul
piattino appoggia il cucchiaino…
Ma
questo pensiero malizioso
non
c’è verso di abbandonarlo
-
ma che coraggio!
Un
soprannome che proprio non va d’accordo
Con
la voglia di fare la riga nei capelli
O,
semmai, occorrerebbe usare una matitina
E
poi senza contare il vezzo
…ma
sì, ogni volta sulla piazzetta …
E’
come se nulla fosse,
tanto
so che ha capito.
«Che
mi racconti bello, stellina?»
Ecco,
è fatta!
Faccio
finta di niente e ribatto in milanese,
capisce
tutto
e
non si perde tra “scighera” e “pancottin”
Si
apre la porta
lui
è vivace e pronto
e
nel darsi da fare c’è tutto un piano
viene
dal “tacco”, per così dire, ma il cuore è buono
dunque
è un milanese, milanesone!