Lì,
sotto un ponte del Naviglio, un barbone
srotola
un cartoccio fatto di giornali:
una
maglietta, tre o quattro dolcetti
‘’Oggi
si mangia – dice - meno male!’’
Con
la maglietta a fare da cuscino,
come
se fosse sdraiato in un letto,
‘’Ora
che ho mangiato – dice - leggo un pochino
questo
giornale che è tutto stropicciato.’’
Legge
un titolo, resta di sasso
‘’Milano
ladrona ’’ sta scritto in grande;
gli
trema il cuore, ha come un brivido
che
gli corre lungo le ossa
e
con la mano magra e nodosa,
liscia
il foglio per leggerlo meglio:
c’è
una parola per lui misteriosa
che
riempie il suo cuore di veleno.
Non
comprende la parola ’’tangente’’,
per
lui è nuova, porca Martina,
però
capisce che certi delinquenti
han
fatto soldi rubando alla Baggina.
Quando
capisce cosa significhi ‘’tangente’’,
pensa
con la sua filosofia
che
i poveri hanno sempre pagato ai potenti
ogni
favore, sia pure per cortesia.
Ma
è quel titolo che lo fa arrabbiare:
i
Milanesi non sono farabutti,
sono
persone che lavorano tutto il giorno
con
onestà, dal padrone al muratore
È
giusto che paghino tutti i delinquenti,
è
giusto che cadano dalla poltrona
tutti
coloro che si sono arricchiti con le tangenti,
ma
non chiamate Milano ‘’ladrona’’.
E
del giornale, lui ne fa una palla,
la
getta nell’acqua che va lentamente,
mentre
pensa che, essendo a bolletta,
mai gli
chiederanno una tangentemm