La vecchia corte “del Davide“
Oh, mia vecchia corte “del Davide”,
quanti bei panni stesi, quanti colori
in ogni tuo angolo, degni di pittori
che hanno a cuore di dipingere i rustici!
Là in fondo abbiamo la “cascina” con la sua legna,
lì in mezzo grandi pozzanghere insaponate;
poi questi carretti vicino ai muri, con le braccia alzate
e un sasso sotto la ruota per sostegno.
Questi mille chiari e scuri ai vecchi angoli,
pieni di umidità, ragni e buchi e cianfrusaglie
per i divertimenti di coloro che eran bambini…;
poi il manico della “pompa” e questi mastelli.
Là in alto i tetti con le tegole un po’ sbiadite,
e proprio sulla cima di un camino
una testa di sasso o forse di marmetto,
che guarda, ma dove?, come inebetita.
D’estate fra le povere case della mia corte
volavano i pipistrelli nella la notte
e fin dentro il portico, lì sotto:
e intorno alla luce queste farfallette tutte smorte.
D’inverno, con la neve abbondante,
me ne stavo dietro a un vetro, a sbirciare
questi fiocchi che ricoprivano cortile e casa,
con i brividi di un gran freddo dentro le ossa.