La "lauda" del
panatton
(Giovanni Barrella)
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Testo originale | Traduzione letterale | |
La "lauda" del panatton
Oh, bongiorno!...Leverissi...
Cià...sù...sveglia...descartémm,
Panatton l'è quell amis,
Lù l'è 'l re de l'alegria,
Senza mì, non gh'è Natal...
Perchè mì son ben levaa...
Pari sgnuzz...e son legger...
Son de pasta prelibada,
E adess basta...hoo ditt assee!
Sù...coragg...tocca a lee, sciora,
E, intant mì, travers i ughett,
Son squisito?...El soo anca mì! |
Lauda al panettone (traduzione di Angelo Manzoni)Oh, buongiorno! … Riverisco … Contenti che sia arrivato? (Oh che bestia! … io li spavento…) Sì, sono io quello che ha parlato! … Io! … qui dentro allo scatolone … Sono io, signori! … Il panettone! Forza … su … sveglia … scartatemi, che non ne posso più di essere chiuso … su … fatemi festa … salutatemi chiedetemi come ho viaggiato! … ma sì … certo … è educazione, si saluta il panettone! Panettone è quell'amico, che, se arriva in una casa, se anche arriva all'improvviso, va accolto come un pascià! Perché lui è bello, è buono, perché lui è il panettone! Lui è il re dell'allegria, lui è il dolce di circostanza, è un dolciume di compagnia che tiene allegri i convitati: sempre allegria, mai tristezza dove arriva un panettone! Senza di me, non c'è Natale … io unisco la famiglia! Quanti guai e quanti mali, col suggello di una bottiglia, ha sistemato al momento giusto, una fettina di panettone! Perché io sono ben cresciuto … Sotto questa scorza un po' rustica, color tonaca di frate, io ho l'anima ambrosiana che esteriormente è alla buona, ma dentro è "panattona"! Sembro pesante … e sono leggero … le mie uvette, fuori sono bruciate, ma dentro sono un burro e addolciscono, col cedrato che profuma di limone tutta la mollica del panettone! Sono di pasta prelibata, la mia crosta è un portento, se anche è un po' bruciata, non disturba i denti! Tutto da godere … sono buone persino le briciole del panettone! E adesso basta … ho detto abbastanza! Ora che abbiamo fatto conoscenza, tiratemi fuori dal cartoccio che vi faccio la riverenza, eccomi … qui … in esposizione, forza … chi taglia il panettone? Su … coraggio … tocca a lei, signora, darmi la prima coltellata … tocca a lei, come padrona di casa …! Una manina delicata, rende dolce e fa buona persino la fine di un panettone! E, intanto io, attraverso le uvette, guardando tutta la compagnia, farò il conto in quante fette spartirete l'anima mia. Su … coraggio … che porta buono tagliare a fette il panettone! Sono squisito? … lo so anch'io! Mai mangiato di così buono? E, sapete perché è così? Perché sono il panettone, un dolce di casa, alla mano, che è buono come il suo Milano |
Commento
Il sig. Carlo Rosa, classe 1920, mi scrive oggi (6 marzo 2013) da Siena, quanto segue:
“Ho conosciuto questa lauda del Panatton nel mese di Ottobre o Novembre del 1942, quando mi trovavo militare in Russia (eravamo a Taly, a circa 30 Km. dal Fronte (Fiume Don)”. Nella parte (piccola parte) toccata a me dai pacchi ricevuti dai milanesi rammento solo questa Poesia (il rimanente, forse, era tutto da mangiare, ma non lo ricordo) perchè mi piacque e circa 25 anni fa andai al Circolo Filologico di Milano (ho abitato a Milano per quasi 18 anni, nel rione di Dergano, dal Settembre del 1926) dove una gentile Signora me ne fece avere una copia. E se non mi sbaglio
questa Lauda è di Giovanni Barrella (del quale ho altre poesie dialettali, acquistate nella Libreria di Via Meravigli; e del Barrella ricordo molto bene la sua interpretazione (milanesissima) in Felicita Colombo, con la grande Dina Galli, alla quale, purtroppo, proprio a Milano, hanno dedicato una modesta via che fa angolo con Via Farini.
Potrei dire altro, ma qui ho inteso solo parlare di questa Lauda che ogni tanto leggo, mentre ascolto, spesso e volentieri, tante e tante canzoni in dialetto (penso di avere tutte le migliori, cantate da quasi tutti i cantanti milanesi, o considerati tali, quale l’alessandrina Milly); e grazie alla Milly ho anche diverse Filastrocche che sentivo quand’ero ragazzo.
Mi sono dilungato troppo? Se sì, chiedo scusa. Con i più cordiali saluti Carlo Rosa – Siena"
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