La portinara (Vespasiano Bignami)
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Testo originale | Traduzione letterale | |
La portinara
Chì inciodada!. .. Semper chì comme on can a la cadenna! In 'sto boeucc, doe ven mai dì e se fiada apenna apenna! Condannada a no sbrottà sora i sfros de quij de cà, sora tucc i inanz e indree!. . . Oh, che brutt, che brutt mestee!
Quell sentì a piccà in di veder in sul bell del so primm sogn, per dervigh on dì al sur Peder, per fagh ciar on dì al sur Togn; acquistass di raffreddor, cornpromett el so pudor, e fass anca rid adree!. . . Oh, che brutt, che brutt mestee!
Che se poeu, per accident, Tracch! Ch'hoo adoss in d'on moment el padron, tucc i vesin! E sont mi la cicciaronna, mì la sprella, la birbonna. . . Me da à tort finna el ruee! Oh, cbe brutt, cbe brutt mestee!
Se, a Natal o a Faraost, crôda in fall quaj palancon, anca quell l'è tutt a cost de resià, de fa 'l faccion! Fan l'astratt; fan el dannaa; o cbe passen, sti pelaa, quand mi rughi in del vestee!. . . Oh, cbe brutt, cbe brutt mestee!
Parlemm no del sur Padron, ristocratich e stemegna. "Molta luce in sul scalon!. . . Raccomando!" Sì?!. .. Ch'el tegna
pizz i ciar finna a mattina Bell spincin d'on andeghee!. . . Oh, cbe brutt, cbe brutt mestee!
No! Vel disi seriament,
la po' no andà innanz inscì! ancaben che già sia veggia, sanguanon! doo on pè in la seggia! Pienti tucc in sui duu pee. . . e voo a fa quell tal mestee!
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La portinaia
Qui inchiodata!. .. Sempre qui come un cane alla catena! In questo buco, dove non viene mai giorno e si fìata appena appena! Condannata a non fìatare sui sotterfugi di quelli di casa, sopra tuttii quegli avanti e indietro!... Oh, che brutto, che brutto mestiere!
Quel sentirsi battere nei vetri sul più bello del primo sonno, per aprire un giorno al signor Pietro, per far luce al signor Tonio; acquistarsi raffreddori, compromettere il proprio pudore, e per di più farsi ridere dietro!. . . Oh, che brutto, che brutto mestiere!
Che se poi, per accidente, si "scopre un altarino"... Trac! Ho addosso in un momento il padrone e tutti i vicini! E sono io la chiacchierona, la pettegola, la birbona... MI dà torto perfino quello delle immondizie! Oh, che brutto, che brutto mestiere!
Se a Natale o a Ferragosto cade per isbaglio qualche palancone, anche quello è tutto a costo di diverbi, di fare il faccione! [giocano]a fare l'assorto, lo stizzito; oppure passano, questi spilorci, quando frugo nell' armadio!. .. Oh, che brutto, che brutto mestiere!
Non parliamo del signor Padrone, aristocratico e tirchio: "Molta luce sullo scalone! Raccomando!" Sì?!. .. Tenga lui accesi i lumi fino a mattina con tre soldi di lucelina! Bella specie di antiquario!... , Oh, che brutto, che brutto mestiere!
No! Ve lo dico seriamente, non può andare avanti così! O siamo bestie, o siamo gente! Chi vuole ci stia! Quanto a me, benché sia già vecchia, sangue di dio! Do una pedata nella secchia Pianto tutti su due piedi... e vado a fare quel tale mestiere!
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Commento
La poesia fu scritta per essere recitata dalla moglie di Bignami, Maria Trezzini, attrice di valore. Bignami vi mette in luce, sotto la veste comica dell' andirivieni degli inquilini l'avarizia del padrone di casa (cfr. Strozzin di Bertolazzi) la ribellione alla condizione di portinara che apre alle 7 di mattina, chiude alle 10 di sera e vive in uno stambugio. Lui non era né di destra né di sinistra (piuttosto di destra), ma fu accusato di socialismo (aIlora opposto al liberalismo). Barrella riprenderà il tema nel 1912, in chiave puramente estetica, con la sua Portinara, ma a questa mancherà ogni carica sociale, sarà tutta, come nel suo acquarello, in quella scopa gialla, strumento e insegna del suo mestiere.
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