Testo originale | Traduzione | |
L'amor
"Dimmel tì, nònno; cosa l'è l'amor?"
L'hoo missa in scòss e gh'hoo pondaa on basin.
" E quand védom suj piant i passaritt
" E i òmen, com'el fann, che mì hoo leggiuu
(La se fa spessa, hoo ditt in tra de mì).
" Ma va un poo, nònno, che l'è minga inscì!
Mì, vedend che se inviàvem. puttost mal,
Sent, la mia tosa, e cerca de capimm :
Quell che tutti, inscì tanto facilment
Ma el vero amor, quell tal, quell inscì faa,
Tutt'i ròbb pussee grand e pussee bej,
Te sentet in del coeur com'on cortell
De dì, de nòtt, te vedarétt qui oeucc,
" Nònno, te piànget, te gh'hee i oeucc bagnaa! |
L'amore
“Dimmelo tu, nonno, che cos'è l’amore?” mi chiede la mia bella nipotina di tredici anni, un bocciolo di fiore, lì lì per aprirsi alla mattina. Cosa avreste fatto?... povera piccolina!
L’ho presa in braccio e le ho dato un bacio. Ma lei continua:” Per esempio, i gatti, quando fanno sui tetti quei diavolo di versacci, fanno all’amore, mordendosi come matti, graffiandosi, mandando il pelo per aria?” “Oh Dio!... si vede che, quando non hanno niente da fare, vanno sui tetti e si sfogano a miagolare!...”
“E quando vediamo sulle piante i passerotti rincorrersi, beccarsi mattina e sera e cercarsi col beccuccio per farsi i bacini, fanno all’amore, scherzando in questo modo?...” “Ma già… cosa vuoi?... dicono che loro… quando fanno così, è segno che fanno all’amore…”
“E gli uomini, come lo fanno, io ho letto tante volte che l’amore è una delizia; che proprio Lui, il Signore, ci ha voluto dare come un segno speciale di grande amicizia; si graffiano anche loro come i micetti, o si baciano come i passerotti?”
(Si fa’ pesante, ho detto tra mè e mè). “Cara… vedi? Non posso spiegarti… Talvolta si mettono a cinguettare come i passeri, a volte come i gatti… insomma, loro secondo il vento che tira, si danno o bacetti, o botte da orbi”.
“Ma va un po’, nonno, non è così! Tu mi racconti delle gran fandonie.. Allora, ti dirò che lo so meglio io, che ho letto un sonetto per matrimoni dove c'è proprio scritto, proprio stampato, che l’amore è una gran felicità.”
Io, vedendo che ci si avviava piuttosto male, ho preso velocemente posizione e ho pensato:”Qui è meglio, in modo ufficiale, schiarirle le idee, e, quando le avrà chiare, io, forse, avrò fatto una buona azione, e lei amplierà le sue conoscenze.
Senti, bambina mia, e cerca di capirmi: al mondo c’è il caffè Franck e c’è il caffè; ti piace più il secondo o il primo?” “Il caffè, diavolo, il caffè; perché?” “L’amore, vedi, è una certa storia che può essere del caffè… o della cicoria.
Quello che tutti, così tanto facilmente come se niente fosse, chiamano amore, non è amore, è un certo ingrediente che ha messo a questo mondo nostro Signore affinchè non manchino dei bei bambini e dalle uova saltino fuori i pulcini.
Ma il vero amore, quel tale, siffatto, è raro più di una mosca bianca; pochi, al mondo, possono dire di averlo provato. A volte nasce che noi non ce ne accorgiamo neppure, e nasce sempre, questa qualità di amore, non sull’allegria, ma sul dolore.
Tutte le cose più grandi e più belle, in confronto al segreto che hai nel cuore ti sembreranno cose di poco conto; ed è tal quale a un dente che duole: più tu cerchi di schivarlo, più la lingua lo va a toccare.
Senti nel cuore come un coltello che ti lacera, ti squarta, ti fa male, e più ti fa soffrire, più ti sembra bello! E per quella persona… quella tale, ti piacerebbe morire, farti tagliare a pezzi… morire una volta sola è troppo poco!
Di giorno, di notte, vedrai quegli occhi, quella bocca, quelle labbra, quelle movenze… e da sola ti metterai in ginocchio con le mani in preghiera verso il soffitto, dicendo:” Signore, aiutami, taci… non dirlo a nessuno, ma dammi un po’ di pace!...”
“Nonno, tu piangi, hai gli occhi umidi! Quell’amore come quello che hai spiegato adesso, scommetto che anche tu l’hai provato…” “Io?!... ma se sono allegro come un pesce?! Ah! Ah! Che ridere, che ridere, che ridere … Vieni qui, tesoro, vieni qui… ridiamo, ridiamo!” |
Commento
Un nonno affettuoso e la nipotina che ha in lui una fiducia cieca, tanto da porgli le domande più intime e imbarazzanti che esigono una risposta chiara....il nonno tergiversa, gli trema la voce e il cuore... e prendendo come esempio la natura e addirittura il caffè e il suo surrogato (io me lo ricordo bene il vero Franck!) cerca di dire e non dire... il segreto dell'amore.
E' una lirica tenera e intensissima! Il nonno termina la lezione sull'amore con una finta allegrìa per scacciare la malinconia del ricordo dei tempi felici!. (Ma oggigiorno sarebbero le nipotine tredicenni ad insegnare ai nonni i segreti dell'amore).
Questa volta il commento è della saggia Nonna Giuse, la quale mi ha gentilmente passato questa splendida poesia.
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