Natal 1944 (Alberto Giovannini)
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Testo originale | Traduzione letterale | |
Natal 1944
O, el mè car Gesù Bambin
Te see nò che semm in guerra,
Tucc combatten, tucc
se coppen;
Gh'è pù nient, Gesù, de giust;
Chi se creppa di
scaggett
e chissà quanti ghe n'è
De trovà cossa te credet?
Vacch, l'è vera, ghe n'è assee,
e la paja in de sti temp
Gh'è nissun che fa contratt
Quest l'è el bell mond che gh'è incoeu, |
Natale 1944
Oh, il mio caro Gesù Bambino cosa mai ti è passato per la testa di venire a nascere sulla terra, di scegliere questo brutto momento.
Non sai che siamo in guerra, che si vive nel tormento, che sta bene chi sta sotto terra perché non sente ne vede più niente.
Tutti che combattono, tutti che si ammazzano, fanno a gara ad inventare armi nuove per avere il gusto di poterne ammazzare di più.
Gesù, non c’è più niente di giusto; rotte le strade e rotte le case, rotti i cuori più robusti che non sanno più a chi dar retta.
Qui si muore per gli spaventi che si prendono di giorno. qui si muore di dispiacere per tutti quelli che abbiamo visto morire,
e chissà quanti ce ne sono che devono patire fame e freddo e ti pregano, per favore, di prenderteli lassù con Te.
Cosa credi di trovare? Al tuo asinello hanno fatto la pelle ed hanno preso fior di soldi in salami e mortadelle.
Vacche, è vero, ve ne sono a sufficienza, ma di quelle che vanno bel bello, aspettando sui marciapiedi, per andare assieme a questo o a quello,
e la paglia in questo periodo a trovarla son dolori ed i Re Magi per poterti fare il regalo hanno un bel da fare.
Non vi è nessuno che fa contratti d’oro e argento assieme a loro perché sanno che li possono sbattere dentro allo scuro, a San Vittore.
Questo è il bel mondo che c’è oggi, caro buon Gesù. Ti conviene ripetere la strada; fuggi in fretta e ritorna su: |
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