Nott d'ecliss in del Ciovass (Luigi Medici)
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Testo originale | Traduzione letterale | |
Nòtt d’ecliss in del Ciovass
Nocc fosca. Tra el Ciovass e 'l Ciovassin
Dann a La Scala la Lucrezia Borgia
Dal Melon riva l'ost (el Bettinell)
E la luna, dal ciel, in l'aria fresca, |
Notte d’eclissi nel Ciovasso
Notte fosca. Tra il Ciovasso e il Ciovassino sotto un lampione, che dondola col vento, c’è una mantellina che gira assonnata su e giù davanti all’osteria del pino. Ed al vento che soffia nasconde il viso. È Donizetti … ‘’Chissà come è andata’’ …
Danno alla Scala la Lucrezia Borgia E nel cielo ‘’ l’eclissi di luna ‘’. Ecco il Ricordi. E' lui?! ‘’Il fiasco più incrinato che mi ricordi ‘’ (ma nel Ciovasso non vi è gatto che se ne accorga…) -"Povero Donizetti! …Eclissi anche per Lui! …’’- (E si avvolge nel tabarro…)
Dal Melon arriva l’oste (il Bettinelli) che abbraccia il suo povero Gaetano. -Ah, povero Donizetti! ..- (e si allontanano piano entrambi dalla porticina; e chiudono il portello) ‘’non dar retta a chi non capisce nulla! ‘’ Termina l’eclissi e si rischiara la notte.
E la luna, dal cielo, nell’aria fresca, torna a guardar giù sul Ciovasso. Disegna una gronda sopra i sassi; rischiara, dipinge, fa arabeschi … Ora passa uno che canta … ‘’Zitto senti …’’ ‘’ non pensiamo all’incerto domani se quest’oggi n’è dato goder! ‘’ È la Lucrezia! … L’ha rubata il vento! …’’ |
tabarèll mantellina
Commento
Donizetti, quando venne
rappresentata la "Lucrezia Borgia" alla Scala, la sera di Santo Stefano, 26
dicembre 1883, abitava in via Ciovasso, una stradina che dall' "Orsolmett" come
dicevano i vecchi milanesi, conduce alla "contrada del Carmin". Nella
stessa casa, al n. 11, abitava anche l'editore Tito Ricordi.
Accadde che appunto quella sera della prima rappresentazione della "Lucrezia
Borgia" alla Scala, apparisse in cielo un'eclissi di luna e Ricordi, rincasando
incontrasse Donizetti al quale riferì del fiasco alla Scala. Il Maestro
sconcertato rispose: "Stasera l'ecliss l'è staccia anca per ol poer Donizetti".
Motivo di ciò furono le innovazioni, il nuovo criterio di disposizione
dell'orchestra, combinato tra il maestro direttore e il duca Visconti di
Modrone, che allora reggeva le sorti dell'impresa.
Inoltre la Lalande, protagonista nel ruolo di Lucrezia era, quella sera, poco in
voce ed anche la "Gazzetta di Milano" aveva negativamente commentato la messa in
scena. Modificate le cose, la Lucrezia Borgia fu replicata, con successo, per
ben trentatre volte alla Scala.
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