Novembre 1948
Mancava un quarto alle otto
e in via Savona,
nascosta nella nebbia
di un lunedì mattina,
Novembre nasceva
rasentando i finestroni e i muretti.
Giungevano con il pane raffermo e il portavivande
avvolti in un giornale;
arnvavano con le rughe
che il respiro soffiato nel vetro
scalpellava sopra quelle facce troppo serie.
Avevano il sospetto
che non soltanto in novembre,
ma tutto l'anno, la nebbia e la caligine
ricoprivano, in fondo, prima dei prati,
la fabbrica del vetro.
Pozzanghere, terra battuta
e ciuffi di paiocchino...
Di qua, quello delle castagne...
di là, legate
al palo,
tre o quattro
biciclette
dinanzi al bettolino
con la consueta
segatura mischiata
ai mozziconi a terra.
"...ciao a te... ciao a me... ciao a
tutti..."
Parlavano della paga, di pallone
e nelle pozzanghere annegavano le schedine
strappate
dopo un'occhiata alla Gazzetta.
Urlava la sirena delle otto.
Nasceva un altro giorno da
tirare innanzi.
Quello delle castagne arrosto
pedalava come un 'ombra
e un treno zufolava
sul ponte di San Cristoforo.