Han voglia a star curvi a rompersi le braccia
sotto il solleone fino a quando sono stanchi morti;
han voglia a stendere erica,
paglia, stoppie di
granturco
per fare buoni mucchi di letame
Han voglia a raccogliere per le strade sterco
d’uccelli e di bovini,
tanto un po’ di pane, sia pure
raffermo
ed ammuffito
stenteranno a mangiarlo,
a meno che
vadano attorno
a
cercare di qua e di là qualcosa per riempire il
forno.
Han voglia le donne a cacciare via il freddo
con la zappa prima dell’aurora,
lavorando nei campi peggio che le fantesche,
ed io non so come non perdano
la pazienza a strappare dalla terra la gramigna,
a bruciarsi la testa tutto il santo giorno,
a farsi arrostire dal caldo le cervella,
a scurirsi,a divenir brutte anche se son belle
La terra bisogna coltivarla
E coltivarla bene se si vuole che renda;
se la gente diminuisce è allora che cresce, a vista
d’occhio, la mala erba,
e la terra non produce, neanche ad ingrassarla.
E d’estate, quando ci sono molte cose da fare,
un uomo solo non può attendere a tutto,
e, in ogni caso, ci vuole aiuto.
E d’altronde c’è da lavorare in tutte le stagioni
E noi contadini non stiamo mai con le mani in mano:
c’è da raccogliere le foglie, l’erica la legna,
da lavorare per il padrone,
c’è da raccogliere il concime nelle ceste o condurre
al
manzo la mucca per averne un guadagno,
o fare il letto alle bestie,
preparare il beverone,
insomma, per tutto un anno intero,
basta volere,
c’è sempre qualcosa da fare.