Carlo Alfonso Maria Pellizzoni
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Opere | |
Profilo biografico
Nasce a Milano nel 1734, figlio del giureconsulto Giuseppe e di Rosa Grimoldi. Diventa sacerdote dopo aver compiuto gli studi di filosofia e teologia e, alla morte (nel 1753-54) di uno zio paterno che a Solaro, Pieve di Seveso possedeva la cappellania dedicata a S:Ambrogio e S.ta Caterina, ne diventa l'erede restando in questa località in qualità di abate fino alla sua morte avvenuta nel 1818 il, 16 gennaio Personaggio colto, bonario, dotato di notevole memoria e spirito arguto, oltre che alla passione per i classici latini, dei quali fu anche fine dicitore, si dedicò con successo alla poesia vernacolare con la quale descriveva l'ambiente e le persone di Ceriano dove si recava al "Beldoss" ospite della Marchesa Busca (la sciora Francesca (Cecchina) Gussona in Busca.
Solaro era all'epoca un paese molto povero, gli abitanti erano completamente soggiogati dai proprietari terrieri. Pellizzoni, nei suoi componimenti dialettali, descrisse il paese prendendo di mira con ironia i suoi abitanti, descrivendone difetti e vizi e facendo emergere chiaramente le misere condizioni di vita in quel periodo.
Per la sua bonomia e la sua cultura era amato dai familiari e dai personaggi illustri che di volta in volta si trovavano a passare da quelle parti. Veniva considerato un ghiottone (leccard), ma in fondo, a parte il piacere per i dolciumi, i suoi gusti si rivolgevano a una cucina semplice e casalinga. Lo comprovano i seguenti suoi versi:
Ris e verz e poeu pù! Per mì', se fussen anca mal condii, el fa nagòtt!...Hinn semper savorii! Hinn bon adèss, rostii; hinn bon in di pitanz; bon comodaa; bon in tutt i maner; bon carpionaa! L'è tanta la bontaa, che tucc cerchen d'avènn; perchè, de fatt, diga chi voeur, ma quell l'è poeu on gran piatt, e mi ghe voo adree matt!
Opere 1835 Viene pubblicato un suo libro di poesie, tratto da una raccolta del Cherubini
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