Franco Bettinelli

 

Profilo biografico Opere
 

Nasce a Milano il 12 marzo 1909 e muore a Milano il 10 Giugno 1995.

Si laurea in giurisprudenza e lavora alla Cassa Edile della mutualità ed assistenza di Milano, di cui diventa poi direttore dal 1945 al 1970. Sotto la sua direzione vengono realizzate significative attività sociali ed assistenziali a favore dei lavoratori edili.

La grande passione per la sua Milano, che gli conferì la medaglia d'oro di benemerenza, nel 1960 lo porta a scrivere in dialetto milanese e a fondare, con il poeta Pino Mazzola, all'interno del Circolo Volta, di cui è stato vicepresidente e poi Presidente,  "El Cenacol milanes" che continua ancora oggi ad essere uno dei centri di vita culturale cittadina.

Istituisce concorsi di poesia meneghina e lui stesso scrive poesie. Nel 1947 pubblica il volumetto di liriche "Milan e poeu pù". Sempre nello stesso anno "Ma Milan l'è on gran Milan" Tip.Abbiati, Milano.

Un CD "Rimm e Vers in armonia" raccoglie le sue poesie, recitate da Piero Mazzarella e accompagnate dalla musica di Franco Angelo Bettinelli, suo padre, e suonate al pianoforte da Antonio Ballista, suo nipote. Inoltre il pittore Mario Bettinelli, fratello di Angelo, ne ha curato la copertina.

Fu dirigente sportivo e presidente nazionale del Settore Giovanile della FIGC dal 1963 al 1976. Nel 1974 fu insignito della Stella d'Oro al merito sportivo e nel 1976 ricevette l'ambito premio "Luigi Casini".

Il 21/11/2005 è stato inaugurato a Milano  il nuovo Centro Sportivo Franco Bettinelli, in Via Lago di Nemi, 31, nel quartiere Barona come riconoscimento ad un uomo che ha dedicato molti anni della sua vita al calcio giovanile mettendo la sua passione e umanità al servizio dei giovani come strumento di crescita e formazione.

Scritti sull'Autore

Piero Mazzarella in una sua dedica all'amico gli dice:

«...La tua bontà, la tua dolcezza, la disponibilità verso tutti, la tua intelligenza, che tu non hai mai fatto pesare, io le ho sperimentate di persona. Sono orgoglioso di esserti stato amico. Sono lieto di aver avuto l'opportunità di prestare la mia "voce di nebbia" ai tuoi scritti, semplici, mai fatti per esibizione, ma limpidi, pieni di amore per gli altri non solo per la tua gente, ma per tutti coloro che non ricercano in essi la magia del verso, ma che trovano la pulizia del pensiero. Vedi Franco, non si può correggere la voce di un usignolo. L'aquilla può anche volare più alta, ma rimane sempre un rapace: tu no ! Tu sei di quelli che Dio, purtroppo, fa nascere raramente.

Così sei passato a molti "approssimativi" con la tua bontà, questa sconosciuta parola dimenticata da tutti, ma non da coloro - e sono tanti - che ti hanno voluto bene.

Che Dio ti regali quel sonno che hai meritato.»

 

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