Antonio Strazza

 

 

Profilo biografico Opere

 

"L’avv. Antonio Strazza ha finalmente ceduto alle insistenze degli amici perchè pubblicasse questi suoi componimenti poetici che solo gli intimi ed i privilegiati conoscevano, in parte.

L’amico Strazza è molto riservato e non ama ostentazioni. Egli è il più accanito critico di se stesso e quand’anche sicuro delle sue possibilità di successo preferisce raccoglierne nel suo intimo la soddisfazione e trascurare l’applauso. L’esame e il riesame di ogni cosa sua costituisce il suo tormento e il suo diletto specialmente quando si tratti di Poesia, quella Poesia che a volte concepisce come un riposo alle sue numerose occupazioni ed a volte come uno sfogo dell’animo suo eccitato da ideali di verità e di giustizia.

Ben potrebbe quindi dirsi di lui che, in poesia, canta per se solo tant’è che ha sempre preferito riservare alla ristretta critica di parenti ed amici o alle confidenti pagine di qualche pubblicazione altrettanto amica, l’occasione di rivelare le sue ottime qualità di Poeta. E’ per questo che egli è sempre stato contrario a partecipazioni in gara e che se ha preso parte a qualche dizione in pubblico ciò ha fatto soprattutto per affermare il suo punto di vista sulla sostanza e la utilità della Poesia in quanto maestra di vita morale e civile.

Come dìcevo, oggi Strazza si è lasciato indurre alla pubblicazione dei suoi versi e ne sono particolarmente lieto in quanto sono gioielli che rilucono di naturale bellezza e nulla hanno perduto del loro splendore rimanendo custoditi lungamente nello scrigno di famiglia. Personalmente poi sono lieto che egli mi abbia dato incarico di presentarlo ai lettori che ancora non lo conoscono. Sono stato infatti io stesso il primo a vincere la sua riluttanza pubbiicandogli, anni or sono, nell’Almanacco della Famiglia Meneghina proprio la poesia che apre questa raccolta e ad indurlo poi a qualcuna delle sopradette dizioni apprezzatissime.

Ma un’altra ragione ha spinto l’amico caro a chiedermi queste poche righe di presentazione, oltre all’affetto e alla stima che vicendevolmente ci legano; è l’attuale mia posizione di ” Resgiò “della Famiglia Meneghina e cioè di. quel sodalizio, prettamente milanese, al quale Antonio Strazza diede per molti anni un’attività preziosa, una assistenza illuminata, partecipando con affettuoso entusiasmo alle sue realizzazioni più belle e alla sua affermazione nella vita culturale della nostra Milano. Quando, per disavventura e contro il desiderio di amici estirnatori e devoti, egli volle abbandonare cariche e responsabilità, lasciò in tutti un rammarico sincero: alla Famiglia però, egli rimase unito, anche dopo di allora, con sincero affetto ed oggi chiede, più che a me personalmente al Resgiò che io gli dia atto di questa sua appartenenza spirituale nell’affrontare il giudizio del pubblico sulle sue composizioni.

Sarà un giudizio ne sono sicuro molto favorevole, perchè i versi contenuti in questo libro rispecchiano, nella loro brillante semplicità, l’animo cristallino e buono del Poeta anche nelle sue amare considerazioni: animo cristallino e buono quanto la sua vita che vorrei dire ispirata a Manzoniani concetti.

Non quindi voli e fantasticherie e neppure pensieri reconditi, oscuri ed imprecisi come quelli dei poeti. e dei pseudo-poeti d’oggi: no.

Antonio Strazza canta sentimenti ispirati dal concetto patriarcale della famiglia e cose dei mondo che ha avvicinato e giudicato in cuor suo: tutto canta con sincerità di accenti e con scioltezza di versi che commuovono ed invitano a riflettere. Gli affetti familiari, la sua dolce terra di Brianza, la vita, gli avvenimenti, le venture e le sventure della sua Mìlano in questi ultimi anni, sono gli argomenti preferiti dal suo canto. Canto dolce e quasi sempre un po’ triste, da innamorato che sa trovare infinite varianti nell’esprimere la sua accorata passione: canto però sempre altamente educativo e di profondo contenuto morale, nei quale la vita è raffigurata quale veramente va intesa.

Diverso è il metro usato dal Poeta; però con particolare insistenza egli tratta il sonetto, componimento difficile ma certamente il più perfetto. E lo Strazza lo usa da maestro.

Ho riletto questi versi, in una tepida sera di primavera, quando tutta la dolcezza della città adagiantesi nel riposo notturno, dopo una giornata affannosa, sembrava entrasse dalle finestre spalancate, nel mio studio; alzando gli occhi contempiavo la dorata Madonnina del nostro Duomo che splendeva lontana; tuttavia essa sembrava affacciarsi all’alto balcone della mia casa sulle note dei versi che stavo leggendo.

La soave melodia mi rievocava ricordi remoti, e cullava la mia fantasia in pensieri sperduti, intenerendo il cuore.

Caro Strazza, io so che nella tua sincerità ambrosiana, alle volte spietata, vi è sempre stato un anelito, un bisogno non solo di libertà ma anche di bontà e di amore per tutte le cose belle e giuste: poco ti è importato e t’importa se questi tuoi sentimenti sono mal compresi, o peggio, non corrisposti. Ebbene, permettendo la pubblicazione di queste tue poesie, tu compi ancora una volta un atto di bontà e soddisfi ad un bisogno di bellezza.

Saremo in molti ad essertene grati e gioirne.

                                                                                          Severino Pagani

 

Il volumetto s'intitola "Aria d'ona volta...de ier ed'incoeu" e viene pubblicato da Mario Gastaldi Editore di Milano il 30 settembre 1955.

 

 

Scritti sull'Autore

 

POEMETTI

SONETTI
M'hann faa sindech
Surbuj

ALTRE LIRICHE
Brianza
La fontana di giardin pubblich
La vedova de ghisa
Villa Romanò

TRADUZIONI
L'infinito (Giacomo Leopardi)